Per gli effetti sgradevoli dei trattamenti anti-obesità alcuni pazienti ricorrono alla medicina estetica per rimodellare il loro corpo (Le Monde)

Il mercato della bellezza non smette mai di sorprendere. Dopo il “boom di Zoom”, la tendenza emersa con l’ascesa del telelavoro durante la crisi legata al Covid, che aveva portato molte persone, allarmate nel scoprire sui loro schermi durante le riunioni in videoconferenza i loro volti pallidi e le loro rughe, a precipitarsi sulle iniezioni di Botox e acido ialuronico, ora è il turno dell’effetto GLP-1. Non che il mercato della medicina estetica abbia bisogno di un nuovo impulso. Con un fatturato di 16,3 miliardi di dollari nel 2023 (15 miliardi di euro) rispetto ai 10,9 miliardi di dollari quattro anni prima, il business è fiorente, nonostante un leggero rallentamento della crescita, conseguenza attesa del rallentamento economico globale. Con quasi il 48% delle vendite, gli Stati Uniti rimangono il motore di questo mercato – l’Europa arriva solo in terza posizione, al fianco dell’Asia-Pacifico – e, senza sorpresa, nascono nuove tendenze del settore. L’ultima in ordine di tempo, la cui onda sta appena iniziando, promette di essere più che lucrativa… e inaspettata. Deriva dal boom delle prescrizioni dei nuovi farmaci antiobesità, commercializzati dal laboratorio danese Novo Nordisk e dal suo rivale americano Lilly. Questi trattamenti iniettabili, le cui sostanze attive sono analoghi al GLP-1, un ormone naturale rilasciato dall’intestino dopo un pasto, che aiuta a regolare l’appetito e l’apporto calorico, hanno conosciuto da quando sono stati autorizzati un incredibile successo grazie alla spettacolare e rapida perdita di chilogrammi. Tanto che i loro produttori, sopraffatti dalla domanda, faticano da mesi a fornire i pazienti che li richiedono, nonostante le fabbriche funzionino a pieno regime.

I ricercatori mettono in guardia sugli effetti collaterali oggi sconosciuti di questi farmaci e il loro rischio per la salute. Questa frenesia intorno a Wegovy e Zepbound, gli unici due farmaci di questa nuova generazione di analoghi del GLP-1 attualmente approvati per il trattamento dell’obesità e del sovrappeso, ha dato vita a una curiosa tendenza nelle cliniche di medicina e chirurgia estetiche oltreoceano: l’arrivo crescente di pazienti sotto trattamento GLP-1 venuti a rigonfiare dei glutei diventati flaccidi o delle guance un po’ troppo scavate. Sui social network, i messaggi di utenti, felici dei loro chili persi, ma che deplorano i loro volti emaciati e i loro glutei piatti come assi da stiro, sono diventati virali. Hanno persino trovato un nome: l'”Ozempic face” e l'”Ozempic butt”, in riferimento all’Ozempic, il fratello maggiore a dosaggio più basso del Wegovy. Primo della sua generazione sul mercato, ma prescritto solo per il trattamento del diabete, è stato usato come soppressore dell’appetito da numerosi pazienti da quando i suoi effetti dimagranti sono stati resi popolari su TikTok da influencer e celebrità di Hollywood.

Questi effetti non sono direttamente imputabili ai farmaci anti-obesità, ma piuttosto alla significativa perdita di grasso indotta in un breve periodo di tempo. Poiché i trattamenti GLP-1 non permettono ancora di mirare alle parti del corpo dove avverrà la perdita di peso. Sebbene elastica, la pelle impiega tempo a rimodellarsi e ad adattarsi a una rapida perdita di grasso, il che può talvolta causare un effetto considerato sgradevole con un eccesso di pelle che pende, come è spesso il caso dopo un intervento di chirurgia bariatrica, o per scavare i tratti del viso dando così un aspetto meno giovanile. Una manna per il mercato della medicina estetica, che dispone, oltre alla chirurgia, di un’intera gamma di soluzioni non invasive (tossine botuliniche, prodotti di riempimento, radiofrequenza…).

Fino a che punto sarà vantaggioso per l’industria estetica? Gli esperti del settore rimangono cauti, il fenomeno essendo ancora recente. “Non abbiamo notato un impatto, positivo o negativo, sulle nostre attività nel campo dell’estetica fino ad ora”, notava Carrie Strom, presidente mondiale di Allergan Aesthetics, la divisione di AbbVie che commercializza il Botox, in occasione della presentazione dei risultati annuali del laboratorio farmaceutico. Ma, “ogni volta che le persone si interessano di più al loro aspetto, è una cosa positiva”, ha sottolineato. In un rapporto pubblicato a dicembre, i suoi analisti stimavano che il business dei farmaci anti-obesità potrebbe generare un fatturato di 54 miliardi di dollari (50 miliardi di euro) entro il 2030, il doppio di quello previsto per il mercato della medicina estetica. Un’opportunità di crescita che non dovrebbe lasciare indifferenti i laboratori.