Il lancio della mastodontica “Icon of the Seas” porta sotto i riflettori il problema della pollution nei mari (La Vanguardia)

Con Leo Messi come “madrina”, quella che al varo fa spaccare la bottiglia di champagne, la nave più grande della storia nella sua classe (rubando quel record da un’altra nave della compagnia, la Royal Caribbean: la “Wonder of the Seas”), corre il rischio di essere anche la nave che più inquina. Alla domanda se le le navi da crociera possono mai essere ecologiche gli attivisti contestano le sue credenziali ambientali che si poggiano sull’uso del Gpl il “carburante marino che brucia più pulito” secondo le dichiarazioni della società armatrice.

Più lunga dell’altezza della Torre Eiffel, l’”Icon of the Seas” si erge per 20 ponti al di sopra delle onde, può ospitare 10.000 passeggeri e membri dell’equipaggio e, con un peso lordo di un quarto di milione di tonnellate, potrebbe inghiottire cinque Titanic a colazione. Scivoli colorati sul ponte superiore fanno di “Thrill Island” il più grande parco acquatico in mare con una cascata interna di 17 metri. Alla massima capacità, la nave porterà tra 8.000 e 10.000 persone in vari porti caraibici ogni settimana, tornando ogni sette giorni a Miami per poi ricominciare da capo toccando porti come St. Thomas, nelle Isole Vergini, Philipsburg, a San Martin o Cozumel, in Messico. Anche Coco Cay, l’isola delle Bahamas che Royal Caribbean ha affittato dagli anni ’80 al governo dell’ex colonia britannica, è pronta, per accogliere questa nave che con i suoi 2.350 uomini e donne di personale accoglie i passeggeri che pagano per una cabina da 1.600 a 10.000 euro a settimana (le suites).

Tutta questa opulenza di dati si scontra con l’impatto ambientale delle crociere. Il tanto decantato uso del Gpl emette più emissioni di gas serra complessive a causa dello “slip di metano”, dove parte del gas non brucia portando a emissioni. Le navi dovrebbero usare celle a combustibile e idrogeno rinnovabile o metanolo, che emettono meno gas serra. “Icon” è stata costruita per ospitare celle a combustibile, che producono elettricità senza combustione, per alimentare i suoi ascensori, ma le batterie devono ancora essere installate. Icon è stata anche costruita per funzionare con elettricità da terra, un’alternativa più pulita al carburante che inquina le città portuali. C’è poi il problema che navi più grandi richiedono più infrastrutture nei porti, distruggendo barriere coralline ed ecosistemi per poterle ospitare.

Del resto la tendenza degli armatori è chiara: navi sempre più grandi. Come la “Wonder of the Seas”, lunga 352 metri (più di tre campi da calcio), pesa 235.600 tonnellate (un autobus a due piani di Londra pesa circa 12 tonnellate) e ha 18 ponti. A bordo puoi pattinare sul ghiaccio, giocare a basket, assistere a teatro o arrampicarti sulle rocce. Poco più corta la “Norwegian Bliss” (333 metri) su cui si può guidare un’auto elettrica in una pista da corsa con vista sui fiordi mentre vai. Oppure puoi godersi un’esperienza gelida nella “stanza della neve” all’interno della spa. E poi c’è la “Carnival Celebration” (345 metri) con il primo rollercoaster in mare al mondo, che ti lancia a 65km/h lungo un percorso di 240 metri.