Gonfiore, costipazione e diarrea possono essere imbarazzanti. Ma non bisogna essere timidi a parlarne con un gastroenterologo (New York Times)

I gastroenterologi sono abituati “a sentire di tutto” dai propri pazienti che spesso hanno una certa ritrosia a parlare di argomenti apparentemente imbarazzanti ma che sono assolutamente normali. L’esempio più classico è quello che coinvolge certi “rumori”: la dottoressa Sophie Balzora, gastroenterologa e professoressa clinica di medicina presso la NYU Langone Health sottolinea l’importanza di parlare apertamente delle proprie abitudini intestinali, un fatto forse liberatorio: una persona sana in media emette gas da 10 a 20 volte al giorno.

Ci sono poi domande dei pazienti che confondono reflusso acido e bruciore di stomaco: non sono la stessa cosa. Spesso le persone usano i termini “reflusso acido” e “bruciore di stomaco” in modo intercambiabile, ma è importante non confonderli. Il reflusso acido, che colpisce quasi un terzo degli adulti ogni settimana, è il flusso all’indietro di acido gastrico nell’esofago. A volte progredisce in una condizione più grave chiamata malattia da reflusso gastroesofageo. Il bruciore di stomaco, d’altra parte, è un sintomo, non una condizione. Un dolore bruciante al petto può essere causato da reflusso acido ma può anche essere un segno di altri problemi, inclusi problemi cardiaci o un’ulcera peptica, quindi vale la pena di consultare un medico se si hanno bruciori di stomaco persistenti.

Prendere antiacidi regolarmente può causare (o mascherare) problemi. Solo perché gli antiacidi sono spesso venduti accanto a gomme e caramelle in farmacia non significa che debbano essere assunti come caramelle. Se si prendono antiacidi ogni giorno, o anche solo poche volte a settimana, è un segno che qualcosa potrebbe non andare. L’uso eccessivo di questi farmaci può causare problemi aggiuntivi. L’ingestione regolare di antiacidi a base di calcio, ad esempio, può aumentare il rischio di calcoli renali.

C’è poi il grande problema dell’evacuazione. Bisogna sfatare il mito che occorra evacuare tutti i giorni per essre “normali”. Molti si preoccupano di non avere un movimento intestinale quotidiano, ma la stitichezza è generalmente definita come tale se si hanno meno di tre movimenti intestinali a settimana. “C’è una vasta gamma di ciò che è considerato normale”, ha detto la dottoressa Balzora. Se sei un “tre volte a settimana”, e non hai dolore o difficoltà a evacuare o altri sintomi, “allora va bene”. Ciò che è più degno di nota è un improvviso cambiamento nelle abitudini. Se si era soliti evaculare una volta al giorno e ora lo si fa una volta a settimana, o viceversa allora è necessario che questo cambiamento venga valutato.

Se poi si soffre di stipsi è opportuno controllare l’armadietto dei medicinali. Se si è stitici, la prima strategia dovrebbe essere quella di apportare cambiamenti allo stile di vita come aggiungere più acqua e fibre alla dieta e fare un po’ più di esercizio. Ma molte persone trascurano la frequenza con cui i farmaci possono essere responsabili: i farmaci da prescrizione come antidepressivi e per la pressione sanguigna possono causare stitichezza. Lo possono fare anche i farmaci da banco come antidolorifici, antistaminici e alcuni antiacidi, nonché integratori di calcio e ferro.

La sindrome dell’intestino irritabile (IBS) è una condizione gastrointestinale che provoca frequenti episodi di diarrea, stitichezza o crampi addominali ed è uno dei disturbi digestivi più frequentemente diagnosticati. Non esiste una cura, ma ci sono abitudini che possono ridurre il rischio complessivo di svilupparla. Uno studio recente ha seguito quasi 65.000 persone per oltre 12 anni, analizzando cinque comportamenti salutari: non fumare, fare attività fisica regolare, consumare moderatamente alcol, avere una dieta sana e dormire almeno sette ore a notte. Chi ha messo in pratica almeno tre di questi comportamenti ha avuto un rischio di sviluppare la sindrome dell’intestino irritabile inferiore del 42%.