Arriva la nuova generazione di lenti per recuperare la vista a tutte le distanze quasi sempre dimenticandosi gli occhiali (El Mundo)

In un recente congresso in Spagna è stata presentata una nuova lente trifocale per l’approccio alla cataratta: è la At Elana 841P prodotta da Zeiss, un nome che è garanzia di altissima qualità come sanno bene anche i migliori fotografi del mondo. L’estrazione della cataratta è un processo chirurgico che comporta la rimozione del cristallino naturale e la sua sostituzione con una lente intraoculare. Questa lente ha la funzione di restituire la migliore visione possibile al paziente e, inoltre, permette di eliminare, in alcuni casi, gli occhiali. All’interno di queste lenti intraoculari, quelle che offrono maggiore soddisfazione e indipendenza dagli occhiali sono le lenti trifocali, in quanto permettono la visualizzazione a tutte le distanze senza la necessità di occhiali. Sui vantaggi, per il chirurgo e per il paziente, che offre l’incorporazione di queste lenti nell’approccio alla cataratta, c’è sicuramente aver fatto un nuovo passo avanti nella qualità del materiale della lente, insieme a un design che mira a minimizzare gli effetti fotici indesiderabili (alone) e anche la maggiore qualità visiva in questo tipo di lenti con la minore perdita di sensibilità al contrasto e la migliore acuità visiva.

Il maggior avanzamento nello sviluppo ottico di lenti intraoculari permette, sempre che l’occhio sia adatto a questo tipo di impianto, una vita indipendente dagli occhiali per praticamente tutto. Il supporto di occhiali sarebbe necessario solo per compiti di precisione o lettura di testi molto piccoli. Questa lente è già disponibile per il suo uso abituale in Spagna, Paese scelto per il suo lancio a livello mondiale per l’alta esperienza degli oculisti- chirurghi in questo tipo di impianti e l’alto livello di eccellenza che ha sempre posizionato il Paese come uno dei più all’avanguardia nella pratica dell’oftalmologia a livello mondiale. Tuttavia, e nonostante tutti i vantaggi che offre c’è da dire che non tutti i pazienti con cataratta sono candidati all’impianto di questo tipo di lenti, per cui si impone uno studio personalizzato di ogni caso, in quanto la chiave del successo è analizzare bene l’occhio del paziente, studiare la cornea – che sia sana, senza irregolarità né alto indice di aberrazioni – , così come uno studio completo del vitreo, della retina e del nervo ottico. Pertanto, la lente trifocale non deve essere impiantata in persone con malattie della retina, glaucoma, né alterazioni della trasparenza della cornea o astigmatismi irregolari. Infatti non è la stessa cosa come impiantare una lente monofocale. Il chirurgo faccorefrattivo deve essere istruito nell’analisi della cornea, delle aberrazioni e valutare molto meticolosamente certe variabili che, a volte, non vengono prese in considerazione nella chirurgia convenzionale con lenti monofocali. In definitiva, è necessario sapere quando una lente non è adatta ad un occhio specifico.

È anche molto importante spiegare al paziente cosa sentirà i primi giorni dopo l’intervento – un modo diverso di vedere e mettere a fuoco – così come fissare aspettative reali e risolvere i dubbi in anticipo. Questa è la chiave per il successo e per la soddisfazione del paziente.