Nella capitale francese l’urina passerà dai servizi igienici ai parchi pubblici. Seicento alloggi del XIV arrondissement saranno dotati di wc capaci di recuperare l’urina per produrre fertilizzante per i giardini della città (Libération)

Una bottiglia di liquido marrone verdastro, con un odore simile a quello dell’ammoniaca: si tratta di urina umana concentrata. Accanto, dei pacchetti di biscotti il cui grano è stato nutrito con l’urina suscitano espressioni di disgusto. Così i futuri residenti dell’ecoquartiere Saint-Vincent-de-Paul, nel XIV arrondissement di Parigi sono stati invitati a discutere di un’innovazione insolita: le loro abitazioni avranno servizi igienici capaci di recuperare l’urina per produrre fertilizzante locale. La città ha affidato questo progetto a Paris&Métropole Aménagement. Le piante assorbono i nutrienti (azoto, fosforo, potassio) naturalmente presenti nel terreno, che finiscono nei vegetali, nel nostro corpo e vengono espulsi attraverso l’urina prima di finire in fognatura. Oggi questa risorsa va perduta, è molto difficile recuperarla perché l’urina viene versata nell’acqua. Nonostante il trattamento nelle stazioni di depurazione, il 40% dell’azoto che esce dal nostro corpo finisce nei fiumi. Le alghe si moltiplicano e diventa un’inquinamento.

Anziché importare tonnellate di fertilizzanti azotati prodotti artificialmente con grandi costi energetici, è meglio esaminare le risorse che vengono sprecate nei nostri wc. Non è un’idea nuova. Prima dell’invenzione dei fertilizzanti chimici all’inizio del XX secolo, l’urina e i materiali fecali venivano restituiti agli agricoltori e fino agli anni ’90-2000 c’erano campi di diffusione. I nutrienti recuperati tornavano così nel terreno e fertilizzavano nuovamente la vegetazione. Il cerchio si chiude. Tutti abbiamo in noi stessi abbastanza materiale per produrre 2,5 baguette (l’amatissimo pane transalpino) al giorno. A Parigi sono già installati nelle vie laterali (non sui Champs Elysées per intenderci) degli “Uritrottoirs” che collegati adei contenitori per piante aiutano il compostaggio.

Questo progetto è il più grande in Francia, coinvolgendo 600 alloggi di cui il 50% saranno a scopo sociale, ed è probabilmente il più importante al mondo. Nel retro della sala riunioni, ognuno ha potuto provare i futuri servizi igienici, dotati di una leggera inclinazione per guidare l’urina lungo la parete fino a una piccola fessura quasi invisibile, attraverso la quale il liquido dorato scorre, accompagnato da un po’ d’acqua. Le mestruazioni non sono un problema e possono addirittura apportare ferro, benefico per le piante. Il resto finisce in fognatura. È stato quindi installato un doppio sistema di canalizzazione: oltre allo scarico tradizionale, un altro sistema trasporterà l’urina fino a una mini fabbrica di distillazione nel cuore del quartiere.

L’urina è salubre, poco portatrice di malattie, a differenza delle feci. Se viene conservata per diversi mesi, può autopurificarsi grazie ai batteri benefici che la accompagnano. Ma a Saint-Vincent-de-Paul, sarà filtrata “per precauzione” con carbone attivo e poi riscaldata per concentrare il liquido. Il fertilizzante ottenuto sarà utilizzato nei parchi e giardini della città. Tuttavia, per garantire una raccolta ottimale, i partecipanti dovranno rispettare alcune regole. La prima riguarda gli uomini. Per far sì che l’urina scorra lungo la parete e quindi entri nella piccola fessura di raccolta, l’indicazione è di urinare seduti. Come per le fosse settiche, il sistema di recupero delle urine non tollera prodotti per la pulizia aggressivi. Candeggina e altri disinfettanti sono vietati. Gli abitanti dovranno preferire l’aceto bianco, o meglio ancora, l’acido citrico, con un forte potere anticalcare e disinfettante.

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