Un labrador ben addestrato può fornire un’influenza calmante meravigliosa per chi ha l’autismo (China Daily)

Un animale affettuoso fornisce quotidianamente amore e amicizia incondizionati. Portare a spasso il cane offre sia esercizio fisico sia un “magnete sociale” per facilitare la conversazione con altri bambini. Imparare a prendersi cura del cane insegna responsabilità e competenze pratiche. E gli animali domestici offrono ai genitori l’opportunità di insegnare e mostrare comportamenti premurosi. Partendo da queste considerazioni in Cina si stanno utilizzando come aiuto ai bambini autistici soprattutto golden retriever, labrador e labradoodle (incroci labrador-barboncino) perché queste razze tendono ad avere un temperamento calmo e un’intelligenza elevata. Dopo un anno di rigido allenamento, a Shanghai si è tenuta una cerimonia di laurea per un trio di retriever che si sono qualificati per accompagnare bambini con autismo. I cani hanno acquisito 30 abilità che possono consentire loro di assistere questi bambini che hanno purtroppo difficoltà di relazione.

Le famiglie con bambini autistici di età compresa tra 3 e 12 anni possono richiedere di avere gratuitamente un cane per aiutare i loro figli come supporto alla sicurezza, emotivo e sociale. I bambini con alcuni sintomi tipici dell’autismo, come disturbi del sonno e instabilità emotiva, possono trarre il massimo beneficio da questi cani di assistenza per l’autismo che si rivelano compagnia sicura e amore incondizionato, aiutando a ridurre lo stress e a rimanere calmi negli spazi pubblici, dove possono sentire un alto stato di ansia che spesso significano esplosioni emotive.

I cuccioli, ad esempio, premendo metà del loro corpo contro le cosce del bambino gli danno l’impressione di un grande abbraccio. Quando l’affinità di un bambino con il cane raggiunge un certo livello, il cane stesso può giudicare autonomamente se il suo piccolo proprietario ha bisogno di una certa quantità di sostegno emotivo e conforto. D’altro canto i bambini possono interagire senza sopportare la pressione della socializzazione con le persone.

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