Uno studio ha scoperto che gli italiani, molto passionali, usano gesti due volte di più rispetto agli svedesi che sono più sobri (Times)

Uno studio linguistico ha scoperto che (come era prevedibile) gli italiani sono estremamente espressivi. Gli italiani hanno un detto: “Un gesto – iniziando probabilmente mentre agitano una mano per enfatizzare – vale più di mille parole”. Nell’Europa settentrionale, invece, si dice che un’immagine vale più di mille parole mentre le parole, secondo lo stereotipo, sono in gran parte prive di movimenti delle mani. La ricerca ha scoperto che per ogni cinque parole pronunciate da un italiano, c’è un movimento della mano che lo accompagna: un dito tenuto sul pollice per enfatizzare, un palmo alzato per l’emozione, una mano spinta in avanti per un effetto drammatico o uno dei centinaia di altri gesti che sono stati catalogati dai semiologi.  I risultati, hanno affermato Maria Graziano e Marianne Gullberg dell’Università di Lund in Svezia, hanno contribuito a confermare le loro osservazioni aneddotiche. “Si dice che i parlanti italiani non siano in grado di parlare senza muovere le mani. Al contrario, i parlanti dell’Europa settentrionale sono generalmente descritti come riservati, quindi meno inclini all’uso dei movimenti corporei”.

Lo stereotipo dell’italiano fisicamente espressivo è antico. Dalle gesticolazioni di Cesare quando si rivolse alle sue truppe dopo aver attraversato il Rubicone, a quelle di Giorgia Meloni quando anche lei salì al potere a Roma; dai movimenti delle mani di Vito Corleone nel “Padrino” che determinarono la sorte dei suoi amici e nemici ai movimenti delle mani di Sophia Loren che l’aiutarono a sedurre il mondo, il gesto della mano è visto come parte integrante della cultura della nazione. Nel 1832 Andrea de Jorio, un sacerdote napoletano, scrisse persino una guida per “coloro che nascono in regioni lontane”, per aiutarli a comprendere il significato delle mani di un italiano. Temeva che i nordici, “a causa del loro temperamento freddo e pigro, non fossero abituati a gesticolare”. Così li aiutò con un lessico che spiega come esprimere rabbia (“strapparsi i capelli”, “digrignare i denti a labbra aperte”), come chiedere di andare piano (“mano girata verso il basso e tesa in avanti”), e alcuni dei tanti modi per descrivere un cornuto (“indice e mignolo tesi, le restanti dita medie e anulari piegate e premute sul pollice”).

Ma l’italiano sovraespressivo è solo un “troppo” abusato? Non secondo le ultime ricerche, pubblicate sulla rivista “Frontiers in Communication”, dal titolo “Fornire prove per uno stereotipo ben consolidato: italiani e svedesi gestiscono in modo diverso”. Lo studio ha confrontato 12 italiani con 12 svedesi freddi e pigri. A tutti è stato chiesto di guardare una clip di 90 secondi di un cartone animato per bambini e poi di descriverlo a qualcuno. Mentre lo facevano, venivano filmati e i loro gesti venivano analizzati attentamente. Nel corso dell’esperimento ci sono stati 698 gesti italiani, contro 389 svedesi. Erano anche notevolmente diversi. I gesti svedesi erano più spesso correlati a rappresentazioni di azioni specifiche nella storia, mentre quelli italiani erano più incentrati sulla comprensione della storia a un livello superiore.