Il governo francese ha messo l’obbligo (entro fine dicembre 2023) ad ogni famiglia di trovare una soluzione per compostare i propri rifiuti organici

Gettate ancora le vostre bucce nella pattumiera verde? Non siete soli: a Parigi, un quarto del contenuto dei cassonetti è ancora costituito da rifiuti organici. Rifiuti che verranno quindi seppelliti o bruciati – generando gas serra – mentre potrebbero essere riciclati. È ora di dare una seconda vita a queste bucce per ridurre la dimensione dei cassonetti di 30 kg all’anno per abitante e quindi risparmiare energia (trasporto, incenerimento…). Ma anche perché questi rifiuti sono preziosi: possono essere utilizzati direttamente come fertilizzante o come combustibile per la digestione anaerobica, che consente di produrre energia localmente. Valorizzare questi rifiuti organici è uno degli obiettivi della legge contro lo spreco e per l’economia circolare: è lei che ha introdotto l’obbligo per ogni famiglia di compostare i propri rifiuti organici.

In campagna, è facile fare il compost nel proprio giardino. Sembrerebbe più difficile in città, dove la maggior parte della popolazione vive in appartamento. Tuttavia, esistono molte soluzioni: basta trovare quella giusta e che funziona con le infrastrutture a disposizione. Per capire come attrezzarsi, bisogna prima capire se si desidera utilizzare il compost direttamente a casa (nelle piante o nel giardino) o se si preferisce semplicemente “buttare” i rifiuti organici in un luogo appositamente previsto. La soluzione più efficace è il vermicompostaggio: un contenitore a più piani in cui si aggiungono i vermi (che rimangono nel contenitore e non escono mai), che decompongono i rifiuti per farne compost. Si trovano anche compostatori da cucina, dotati di un setaccio e un rubinetto, come il bokashi, o addirittura vasi da fiori compostatori. Accolgono da un lato i rifiuti organici, che utilizzano per le piante.

Nel compost si può conferire la maggior parte dei rifiuti alimentari: bucce, gusci d’uovo (schiacciati), caffè macinato (con il filtro), tè (con le bustine), bucce e noccioli della frutta… Si aggiungono anche i tovaglioli di carta alimentare e alcuni rami (ma mai quelli malati…). Niente materiale animale, né pane né formaggio, a meno che non lo si getti in un contenitore per i rifiuti organici. Non bisogna dimenticare di unire cartone grezzo (senza inchiostro), come il rotolo della carta igienica, per apportare un po’ di materiale secco.

Ci sono anche i compostatori collettivi, condivisi tra diversi abitanti di un edificio, di una condominio o persino di un quartiere. Il compost prodotto può essere utilizzato dagli abitanti o per il giardino pubblico. Per quanto riguarda l’alloggio, ognuno si equipaggia con un bidone per il compost. Si tratta spesso di un secchio biodegradabile in cui si mettono sacchetti biodegradabili. Quando è pieno, occorre andare al compost collettivo.

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